Quando pensiamo all’origine del linguaggio, ci vengono in mente subito tante parole e l’etimologia dei loro significati.
La nostra lingua però non è formata solo da questo, ma comprende simboli che utilizziamo quotidianamente e che hanno una storia, un momento e un motivo preciso da cui sono nati.
Per esempio????????
IL PUNTO INTERROGATIVO – (?)
Durante il medioevo, i testi venivano copiati a mano dagli amanuensi.
Questi, per indicare una domanda, iniziarono a scrivere in fondo alle frasi interrogative “quaestio” che vuol dire, appunto “domanda” in latino.
Per comodità, abbreviarono poco dopo questo termine con la sigla “qo”, che, col tempo, si modificò sempre di più: la “o” venne messa sotto la “q” per evitare confusione con altre parole o sigle simili e la forma venne stilizzata per velocizzare e semplificare la scrittura. Così, la “q” divenne un ricciolo e la “o” un puntino.
E nacque il nostro punto interrogativo!
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E il PUNTO ESCLAMATIVO? (!)
Eccolo!!!
La parola “io”, in latino, era un interiezione che esprimeva emozioni: di gioia (evviva!, viva!), di dolore (ah!, oh!, ahimé!), come richiamo (ehilà!).
Furono sempre i monaci copisti ad inventare questo simbolo, poiché iniziarono a scrivere “io” in fondo alle frasi per esprimere gioia o sorpresa o paura…
La “i” passò sopra la “o” che, anche in questo caso, si trasformò in un punto. Così nacque il nostro punto esclamativo (!).