Finocchiona e incantesimi toscani.

Finocchiona: carne di maiale macinata, bagnata con vino rosso e…aromatizzata con semi di finocchio!

Un po’ più grande di un normale salame e un po’ più bagnato e grossolano come impasto, la finocchiona deve essere tagliata in fette abbastanza spesse perché tende a sgranarsi: da qui il nome di “sbriciolona” , con cui viene chiamata in alcune zone della toscana.

Per sostituire il pepe, troppo raro e costoso, i contadini iniziarono a usare, molti secoli fa, il finocchio: i semi di questa pianta erano facilmente reperibili sulle colline toscane e riuscivano a insaporire l’insaccato perfettamente.
Grazie al loro forte aroma, inoltre, coprivano anche l’eventuale deterioramento della carne che restava nelle dispense delle case per almeno cinque mesi.

E’ proprio dal forte aroma di questa pianta che nasce il verbo “infinocchiare” (ingannare, imbrogliare).

Nel XIX secolo, i nobili fiorentini che non avevano terre coltivare, si recavano nelle campagne a comprare il vino dei contadini.
Questi ultimi, ospitali e cortesi, offrivano sempre ai Signori che arrivavano nelle loro case una buona colazione di benvenuto a base di pane e finocchiona, accompagnata dal vino rosso che doveva essere venduto.
Il sapore e l’odore dei semi di finocchio alteravano gusto e olfatto dei compratori che, non trovando così difetti nell’assaggiare la bevanda, procedevano all’acquisto.

Da qui, appunto, il verbo “infinocchiare” che indicava proprio il truffare qualcuno con i semi di finocchio e, oggi, imbrogliare in generale.

I chiantigiani sono soliti dire:
“come gli abili parrucchieri sono capaci di far sembrare piacente anche la donna più brutta, così l’aroma della finocchiona è capace di camuffare il sapore anche del più imbevibile vino”.

L’ottenere qualcosa usando metodi poco leali dovrebbe essere poco condivisibile.

Baltasar Gracián y Morales, filosofo spagnolo profondamente pessimista, vedeva il mondo come uno spazio ostile e ingannevole dove le persone dovevano vivere sull’attenti perché circondate da trappole.
Lui avrebbe davvero trovato appiglio per i suoi pensieri nelle campagne toscane, tra gli “infinocchiatori” contadini che esprimevano a pieno ciò che riteneva peggiore.
Una delle sue frasi più celebri è:
“È meglio scoprire di essere stati ingannati sul prezzo che sulla qualità della merce”,
proprio l’opposto di ciò che succedeva nel 1700.

Robin Hood si giustificherebbe dicendo che rubare ai ricchi per dare ai poveri è atto rispettabile e comprensibile e Pietro Metastasio, con il suo “dove forza non val, giunga l’inganno”, lo seguirebbe a ruota in difesa dei più deboli che usano mezzi diversi, di per sé sbagliati, per sopperire alla mancanza di potere.

Discordanti posso essere i pensieri riguardo all’ottenere qualcosa anche a costo di non essere sinceri.

“Il fine giustifica i mezzi”, commenterebbe Machiavelli, pur non esprimendo giudizio sul fatto che vendere vino scadente alterando i palati possa, per molti, non avere giustificazioni plausibili.
Lasciando ad ognuno la propria riflessione su questa scelta decontestualizzata, penso a un ultima frase di uno dei miei filosofi preferiti: Platone.
Lui diceva “tutto ciò che inganna sembra sprigionare un incantesimo”, e la finocchiona, con il suo gusto forte e il suo impasto di semi e vino, appoggiata su una fetta di pecorino fresco e un pezzo di schiacciata, un incantesimo, e su questo non c’è alcun dubbio, lo fa davvero.

Pubblicato da chiaracuminatto

Mi chiamo Chiara Cuminatto e sono nata il 03/04/1989. Vivo a Campi Bisenzio a tratti perché viaggio molto e la mia vita imprevedibile non lascia spazio alla monotonia. Mi sono laureata in Lettere Moderne all'Università di Firenze nel 2011 e specializzata in Scienze Linguistiche all'Università di Bologna nell'Ottobre 2013. Ho cambiato diversi lavori a causa delle poche possibilità avute in ambito umanistico e linguistico, ma non smetto di credere nella bellezza delle sfide e nel potere di chi vuole qualcosa. Faccio parte di un gruppo missionario da ormai molti anni e la collaborazione tra le persone, la ricchezza delle diversità e l'aiuto fraterno fanno parte di me come stile di vita radicato a fondo. --------------------------------------------------------------------------------------------------- My name is Chiara Cuminatto and I was born on 04.03.1989. I live in Campi Bisenzio at times because I travel a lot and my unpredictable life leaves no room for monotony. I graduated in Modern Literature at the University of Florence in 2011 and specialized in Linguistic Sciences at the University of Bologna in October 2013. I changed several jobs because of the few possibilities had in the humanities and linguistics, but I do not stop believing in Beauty of the challenges and the power of those who want something. I am part of a missionary group for many years now and collaboration between people, the richness of diversity and the fraternal help are part of me as a lifestyle rooted deeply.

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