A Marzo 2020 mi trovavo in Messico.
Ero a giro per il mondo già da due anni.
Il visto stava per scadere.
Momento perfetto per tornare in Italia almeno per un po’.
Fare una sosta.
Guardavo i voli quando è arrivata la notizia.
Covid.
Lockdown.
Negozi chiusi.
Regioni chiuse.
Comuni chiusi.
Impossibile vedere amici.
Impossibile fare cene.
Impossibile ripartire.
Quel momento perfetto non lo era più.
Mi sono chiesto cosa fare.
Ho incontrato un uomo.
Marinaio.
Stava per andare in Polinesia francese.
In barca a vela.
Da quando ero piccolo sognavo di attraversare un oceano a bordo di un mezzo così.
E quel sogno si è avverato, perché ho deciso di partire con lui.
Abbiamo navigato per 4 mesi e mezzo, tra emozioni, avventure, pensieri, sorrisi, follia.
Ora sono qui, su una piccola isoletta, ad affrontare di tutto , tranne ciò che sta affrontando tutto il resto del mondo.
Non ho la mascherina, ma ho una mano rotta.
Non rischio la multa per gli assembramenti, ma a volte vorrei rischiarla e trovare qualcuno in più con cui parlare.
Non lavoro per ore davanti al computer, ma ogni tanto mi piacerebbe fare una vera videochiamata senza un segnale che non prende mai e un fuso orario che allontana gli amici.
Questo virus ha fermato tutti.
E ha fatto partire me.
Ho realizzato un sogno.
Ne sono felice.
Ma la felicità è ogni giorno.
Ovunque.
Non va cercata da un’altra parte.
Lontano da dove sei.
Perché il mondo, se puoi girarlo in una barca piccola così, alla fine è meno grande di ciò che si pensi.
E noi lo stesso.