Vediamo sempre la rinuncia come un sacrificio, una cosa da non fare.
La società ci spinge a non rinunciare a niente, ad ottenere tutto ciò che vogliamo anche se è superfluo, costoso, negativo.
E ci dimentichiamo del positivo nel non pretendere qualcosa.
Eppure la storia, la filosofia, le religioni sono piene di esempi di rinunce importanti che hanno migliorato il mondo.
Io ho il diabete. È ereditario.
Ce l’ha anche mio figlio, ma adesso è più facile tenerlo sotto controllo.
Ai miei tempi c’erano meno tecniche.
Ma qualcosa si sapeva già.
Eppure io non ho rinunciato neanche a un cornetto, allo zucchero nel caffè, ai desideri minori.
E per questo ho dovuto rinunciare a due gambe e una mano.
Un po’ alla volta, pezzo dopo pezzo.
Salvavano il salvabile, sai.
Prima hanno tolto un piede, poi il polpaccio.
Ora sto bene.
Faccio molto sport.
È importante riconoscere le rinunce positive.
Ma ormai sono la maggior parte perché siamo troppo sommersi dal superfluo.
Imparate a rinunciare.
L’essenziale vi stupirà.