La bellezza di essere diversi, di avere passioni diverse, di fare cose diverse, sta nel fatto che, fondendole, possono scaturire sorprese che stupiscono; possono nascere le novità concrete che dimostrano quanto la diversità sia ricchezza e non, come spesso ci vogliono far credere, un problema da affrontare.
Scrivo poesia, ma lo faccio per gli altri e con gli altri, ed è così che prende forma davvero all’essenza senza essere solo un insieme di frasi apparenti dal bell’aspetto.
Un amico un giorno mi ha detto: “il surf è uno stile di vita”!
Io non ho mai provato ad andare su una tavola e non posso spiegare cosa si prova.
Non lo pretendo neanche.
Però so guardare le persone che hanno questa passione.
So vederle svegliare all’alba, so vederle attendere a lungo un’onda improvvisa, so vederle sperare, provare, cadere e rischiare.
So vederle credere.
So vederle vivere questo sport a pieno.
Ho sfiorato un’onda e ho visto che travolge, come la vita.
Così, ho provato a interpretare questa frase a modo mio.
Le onde, la vita, i grandi problemi,
le navi a motore e le barche a remi.
Gli amori e le sfide portati agli estremi,
e sentire che tremi
e provarci lo stesso
e scegliere adesso
se stare sdraiato e aspettare beato
che arrivi un successo
con quel compromesso
a cui sei abituato
puntando lontano
con strette di mano
che danno medaglie a un traguardo riflesso
e vivere il rischio di perdere ancora
avere la forza di chi lavora
la forte passione di chi s’innamora
e surfare
e svegliarsi all’aurora
e avere la voglia di bere e provare,
di spingersi oltre alla soglia del mare.
Di alzarsi e di errare.
Perché nella tavola è chiuso il nesso
tra stare sull’acqua e averne possesso.
Perché nel timore di colui che affonda
si cela il segreto della cresta dell’onda.
Chiara Cuminatto
